Prevenzione e screening giocano un ruolo fondamentale nella lotta al tumore dell’endometrio. Questo tumore si sviluppa dalle cellule endometriali, che rivestono la cavità interna dell’utero. Rappresenta la neoplasia femminile più comune in post-menopausa e il quarto tumore per incidenza nelle donne, dopo quello della mammella, del colon e del polmone. Spesso viene diagnosticato intorno ai 60 anni.

CHE DIFFERENZA C’E’ TRA PREVENZIONE E SCREENING?

Il termine prevenzione deriva dalle parole latine prae- e venio e significa “venire prima, anticipare”.
“In sanità con “prevenzione” si indicano le azioni intraprese per ridurre il rischio di sviluppare una malattia in una determinata popolazione, riducendo quindi il numero di morti per tale patologia”, dichiara la dottoressa Zanaboni. La ginecologa continua: “A questo scopo bisogna conoscere i fattori che aumentano il rischio di sviluppare una patologia e quelli che invece lo riducono, chiamati fattori protettivi. La prevenzione è efficace quando il soggetto riesce ad evitare alcuni fattori di rischio, per esempio il fumo, e adotta atteggiamenti protettivi, fra i quali la dieta e l’esercizio fisico, che possono influire positivamente sulla vita delle persone”.
Il termine screening invece si usa per definire i test o gli esami che si sono dimostrati efficaci nel rilevare uno stadio precoce di malattia in una popolazione asintomatica.

FATTORI DI RISCHIO DEL TUMORE DELL’ENDOMETRIO

I fattori riconosciuti come condizioni in grado di aumentare il rischio di sviluppare questo tumore sono:

  • presenza di iperplasia endometriale (ispessimento anomalo della mucosa uterina)
  • terapia estrogenica sbilanciata
  • terapia con Tamoxifene
  • obesità, sindrome metabolica, diabete
  • mutazioni genetiche familiari

La dottoressa Zanaboni spiega: “Si può sostanzialmente dire che, a parte i fattori genetici, la condizione di squilibrio ormonale in senso estrogenico rappresenta una “miccia” per lo sviluppo del cancro. Questa infatti stimola l’iperplasia, ossia l’eccessiva crescita delle cellule endometriali e la loro successiva “pazzia”. Ci sono alcune condizioni patologiche, quali l’obesità o il diabete, che favoriscono un’aumentata produzione di estrogeni.” Continua la dottoressa Zanaboni: “Questo avviene anche quando le ovaie funzionano male, per esempio nei casi di policistosi ovarica, o non sono più in funzione (menopausa), attraverso conversioni chimiche svolte dal tessuto adiposo in eccesso”.
A contribuire alla condizione di sovrappeso, e quindi indirettamente alla condizione di rischio, è anche l’alimentazione. È sconsigliato seguire una dieta ricca in carni rosse o insaccati, che contengono grassi saturi. La carne rossa talvolta contiene anche tracce di estrogeni anabolizzanti usati per nutrire gli animali d’allevamento.
Afferma la dottoressa Zanaboni: “Gli estrogeni assunti con la terapia ormonale sostitutiva della menopausa, se non controbilanciati dall’azione dei progestinici, continuano a stimolare l’endometrio. Così si comporta anche il Tamoxifene, farmaco anti-estrogeno impiegato nella terapia ormonale della mammella : solo a livello della mucosa endometriale uterina questa molecola si comporta diversamente, inducendo la crescita cellulare”.
Esistono anche condizioni “fisiologiche” e quindi non correggibili che creano lo squilibrio estrogenico. Queste sono:

  • menarca precoce
  • sterilità
  • menopausa tardiva

Anche le mutazioni genetiche o familiari, come la Sindrome di Lynch o di Cowden e la familiarità per tumori endometriali, comportano un rischio aumentato di sviluppare questa neoplasia.

FATTORI PROTETTIVI DEL CANCRO DELL’ENDOMETRIO

I fattori protettivi del cancro dell’endometrio sono:

LA PREVENZIONE DEL TUMORE DELL’ENDOMETRIO

Riassumendo, per prevenire il tumore dell’endometrio, è raccomandabile:

  • mantenere uno stile di vita sano e una dieta adeguata: svolgere regolarmente attività fisica e mantenere un peso ideale è fondamentale, come viene sottolineato da numerose istituzioni e ricerche
  • nel caso in cui sia indicato, scegliere una terapia ormonale sostitutiva in menopausa che sia bilanciata e comprenda sia estrogeni che progestinici
  • in presenza di mutazioni genetiche o storia familiare predisponenti intensificare i controlli ginecologici per consentire una diagnosi precoce della malattia

QUALI SCREENING PER IL TUMORE DELL’ENDOMETRIO?

La dottoressa Zanaboni spiega: “In realtà non esistono procedure validate per fare screening del tumore endometriale. E’ noto che, ad esempio, la lettura del Pap test (striscio cervicale) può segnalare la presenza di cellule endometriali, anomale o non, in menopausa; questa evenienza non rappresenta però motivo sufficiente per proporre questo esame come screening. L’esecuzione di una ecografia transvaginale che rilevi ispessimento della mucosa endometriale è accettata e indicata a livello scientifico come test di screening solo per le pazienti affette da Sindrome di Lynch. Il prelievo endometriale (biopsia, mediante diversi tipi di strumenti) rappresenta un utile esame, ma solo nella pazienti sintomatiche”.
I tumori endometriali e i loro precursori (iperplasia) sono generalmente sintomatici. A dover insospettire è il sanguinamento anomalo vaginale in menopausa o intermestruale in pre-menopausa.
“A questo punto è fondamentale che la donna si rechi da uno specialista per svolgere gli esami diagnostici necessari. L’ecografia transvaginale e la biopsia endometriale consentono la diagnosi precoce dell’eventuale neoplasia. Non aspettate!”


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