La chirurgia fertility-sparing è volta a preservare la fertilità nelle pazienti con tumori ginecologici. Può essere effettuata esclusivamente presso Centri di riferimento nazionale per la gestione e cura della patologia oncologica, fra cui cui l’Unità Operativa di Ginecologia Oncologica diretta dal Dottor Raspagliesi.
Il trattamento tradizionale dei tumori ginecologici, infatti, può condurre ad una condizione di permanente sterilità. Un’importante ricerca ha dimostrato che la preoccupazione maggiore nelle donne di età inferiore ai 40-45 anni con una diagnosi di tumore è proprio quella legata alla loro possibilità di poter avere dei figli una volta guarite.
Abbiamo già esaminato come la chirurgia fertility-sparing possa aiutare le pazienti con diagnosi di tumore alla cervice. Con il dottor Umberto Leone, ginecologo oncologo del Team del Dottor Raspagliesi, parliamo delle donne con una diagnosi di tumore dell’endometrio.
IL TUMORE DELL’ENDOMETRIO
Il tumore dell’utero, ed in particolare il tumore dell’endometrio, rappresenta la prima neoplasia maligna ginecologica nei paesi sviluppati e la seconda in quelli in via di sviluppo (dopo il tumore della cervice uterina). L’incidenza del tumore dell’endometrio sta aumentando nei paesi sviluppati a causa dell’incremento dell’aspettativa di vita e dei tassi di obesità.
TRATTAMENTO STANDARD DEL TUMORE DELL’ENDOMETRIO
Abbiamo chiesto al dottor Umberto Leone, ginecologo oncologo del team del reparto diretto dal Dottor Francesco Raspagliesi, di spiegare quali sono le opzioni terapeutiche da seguire dopo la diagnosi di tumore dell’endometrio.
“Il trattamento standard del carcinoma dell’endometrio in stadio iniziale è rappresentato da:
- isterectomia, ossia dall’asportazione dell’utero;
- annessiectomia bilaterale, ossia dall’asportazione delle tube e delle ovaie
- valutazione linfonodale, anche attraverso la metodica della valutazione del linfonodo sentinella
Questa modalità di trattamento rappresenta la prima scelta per le pazienti che sono già in età menopausale. D’altra parte le pazienti giovani che desiderano avere figli possono, in casi selezionati, richiedere trattamenti che prevedano la preservazione della fertilità (fertility-sparing)”, conclude il dottor Leone.
FERTILITY-SPARING NEL TUMORE DELL’ENDOMETRIO
Le pazienti che lo desiderino devono essere informate che la procedura di fertility-sparing nel tumore dell’endometrio iniziale non rappresenta lo standard di trattamento. Spiega il dottor Leone: “la chirurgia fertility-sparing deve essere effettuata presso Centri di riferimento nazionale per la gestione e cura della patologia oncologica. Presso tali Centri deve anche essere disponibile un esperto di oncofertilità che garantisca alle pazienti il counseling più esaustivo possibile circa le reali possibilità procreative e di ottenimento una gravidanza. La nostra Unità Operativa di Ginecologia Oncologica fa parte della rete dei centri di riferimento per la gestione fertility-sparing del carcinoma dell’endometrio”.
CHI PUO’ RICHIEDERE IL TRATTAMENTO FERTILITY-SPARING?
Il trattamento fertility-sparing può essere proposto solo a un ristretto gruppo di pazienti, che lo richiedano espressamente.
Chi sono le candidate ideali per sottoporsi alla chirurgia fertility-sparing? Risponde il dottor Leone: “le pazienti idonee sono quelle che presentano un’iperplasia atipica/EIN o istotipo endometrioide di grado 1 e che siano ad uno stadio iniziale di malattia (stadio IA senza invasione miometriale) in assenza di qualsiasi dubbio di malattia extrauterina/linfonodale alla valutazione diagnostica strumentale preoperatoria (TAC, risonanza magnetica o PET)”.
QUAL E’ L’ITER DA SEGUIRE PER SOTTOPORSI ALLA CHIRURGIA FERTILITY-SPARING?
Le pazienti da carcinoma dell’endometrio che decidano di effettuare un percorso di conservazione della fertilità dovranno:
- sottoporsi ad adeguato staging con isteroscopia e prelievo bioptico adeguato per determinare la presenza di sola iperplasia atipica/EIN o carcinoma endometrioide Grading 1, cioè allo stadio iniziale
- effettuare una risonanza magnetica o un’ecografia transvaginale di II livello. Questa ha l’obiettivo di escludere una possibile infiltrazione miometriale, cioè nello strato muscolare dell’utero
- escludere la possibilità di una neoplasia ovarica sincrona mediante l’uso del Ca 125, dell’ecografia transvaginale ed eventualmente della laparoscopia di stadiazione con lavaggio della cavità addominale ed eventuale biopsie ovariche e di lesioni sospette.
LA TERAPIA FERTILITY-SPARING
“Le pazienti candidate alla preservazione della fertilità riceveranno un trattamento con farmaci progestinici” spiega il dottor Leone, che continua: “In particolare, il trattamento medico può prevedere una combinazione di soluzioni farmacologiche. Si prescriveranno infatti farmaci orali (il medrossiprogesterone acetato o il megestrolo acetato) e l’utilizzo della spirale medicata al levonorgestrel per un tempo di al meno 3 mesi, anche se sarebbe meglio 6 mesi, in trattamento continuo e non ciclico. Nel caso in cui il trattamento medico determini una risposta completa e conseguente regressione della malattia (verificata mediante biopsia), la paziente è candidata a ricercare una gravidanza, sia in maniera spontanea che mediante metodiche di procreazione assistita. Proprio per questo motivo è fondamentale che presso il centro in cui si è seguiti per il trattamento disponibile anche un servizio di oncofertilità, come avviene presso la nostra Unità Operativa. Una volta completato il desiderio riproduttivo, la paziente dovrà eseguire l’intervento chirurgico comprensivo dell’asportazione dell’utero.”
Se hai domande sul tuo stato di salute, contatta il tuo medico di base. Per informazioni o indicazioni generiche legate ai tumori ginecologici consulta la nostra pagina dedicata alle risposte.