Più della metà delle persone con tumore ricorre a trattamenti non convenzionali per lenire gli effetti collaterali delle terapie classiche. Questo è quanto emerge dal documento “I trattamenti non convenzionali nel malato oncologico” redatto dall’Associazione Italiana Malati di cancro, parenti e amici (Aimac).
Un sondaggio condotto su circa 3.000 pazienti oncologici negli Stati Uniti e pubblicato da Jama Oncology rileva che meno del 30% di coloro che hanno fatto ricorso a pratiche non convenzionali ne ha parlato con il proprio oncologo.
Questo è pericoloso per due fondamentali motivi:
- i trattamenti non convenzionali non vanno mai confusi con la terapia e in nessun caso la possono sostituire
- non sempre sono innocui e talvolta possono interferire con le terapie convenzionali.
“Naturale” non è sinonimo di “innocuo”!
È assolutamente fondamentale riferire all’oncologo tutto quello che si sta assumendo.
COSA SI INTENDE CON TRATTAMENTI CONVENZIONALI E NON CONVENZIONALI?
I trattamenti, ossia le pratiche finalizzate a migliorare le condizioni fisiche e la qualità della vita del paziente, possono essere:
- convenzionali: hanno un’efficacia riconosciuta universalmente e sono validati da numerosi studi clinici. Fra questi ci sono la chemio e la radioterapia.
- non convenzionali: sono tutti i trattamenti che non rientrano in quelli convenzionali. Questi possono essere complementari quando agiscono ad integrazione dei trattamenti convenzionali, oppure alternativi, quando sostituiscono i trattamenti convenzionali.
Nel nostro reparto offriamo alle pazienti alcuni percorsi di terapie integrate, che non devono mai essere intesi come sostitutivi della terapia convenzionale.
PERCHÈ RICORRERE AI TRATTAMENTI NON CONVENZIONALI?
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una tendenza che mira a trovare approcci terapeutici capaci di curare la persona nella sua globalità e non soltanto la sua condizione fisica. Per questo anche i pazienti oncologici usano sempre più spesso i trattamenti non convenzionali, generalmente in associazione con le terapie tradizionali. L’Italia è il paese europeo in cui i malati di cancro fanno più ricorso a queste terapie.
Fondamentale è discutere col proprio medico curante dei trattamenti che si sceglie di affiancare a quelle convenzionali. Bisogna infatti valutare quali siano i risultati della ricerca di base e della sperimentazione clinica su queste terapie o trattamenti.
Come già detto, può esistere un’interferenza tra le terapie complementari e i farmaci: l’efficacia terapeutica delle sostanze, se associate, può essere modificata dalla combinazione di due diversi principi attivi.
COSA CERCANO I PAZIENTI ONCOLOGICI NEI TRATTAMENTI NON CONVENZIONALI?
Come riporta l’opuscolo “I trattamenti non convenzionali nel malato oncologico” generalmente i pazienti oncologici ricorrono ai trattamenti non convenzionali per:
- controllare meglio alcuni effetti collaterali dei trattamenti antitumorali quali nausea, dolore e fatigue.
- ridurre l’ansia e lo stress.
- trattare o curare la malattia con metodi differenti.
- contrastare la perdita di fiducia nel trattamento convenzionale che non ha portato l’effetto sperato.
- assumere un ruolo più attivo nelle decisioni terapeutiche.
PERCHÈ È FONDAMENTALE DISCUTERNE COL MEDICO
È importante consultare sempre il medico curante prima di intraprendere iniziative personali in tema di terapie. Bisogna infatti essere certi che tutti gli aspetti dell’assistenza siano orientati al benessere e al miglioramento della qualità della vita. Alcune cose che possono sembrare innocue, come per esempio alcuni integratori, possono in realtà interferire con il trattamento antitumorale convenzionale.
Il team del dott.Raspagliesi attua una serie di terapie integrate che possono essere un grande sostegno per il paziente in terapia oncologica.