Che cos’è la fatigue e come affrontarla nel migliore dei modi? L’European Society of Medical Oncology (ESMO) ha pubblicato delle nuove linee guida sulla fatigue utili per diagnosticarla, riconoscerla e affrontarla al meglio. Lo studio è stato pubblicato dopo aver svolto una accurata revisione delle evidenze scientifiche più importanti sul tema e ha coinvolto un ampio panel di esperti.
CHE COS’È LA FATIGUE
Tutti i pazienti oncologici sperimentano in alcune fasi del percorso della malattia o in maniera costante un senso di spossatezza estrema. Questa stanchezza, chiamata fatigue, può arrivare ad essere talmente intensa da impedire lo svolgimento delle più banali azioni quotidiane. La stanchezza è fisica, emotiva e cognitiva: non è proporzionata all’attività fisica svolta e spesso non è alleviata dal riposo. La fatigue colpisce circa il 65 per cento dei pazienti oncologici e in due casi su tre compare in forma severa e persiste per almeno sei mesi. Per alcuni pazienti questa condizione può durare anche alcuni anni dopo la fine delle cure. Nel 40 per cento dei casi insorge al momento della diagnosi o con l’inizio del trattamento e nell’80/90 per cento dei casi si manifesta fra i malati in terapia chemioterapica.
Spesso questo sintomo è sottovalutato e non sempre viene riferito dai pazienti in fase di colloquio con il proprio oncologo. Ora, dopo anni di studio e osservazione, l’European Society of Medical Oncology (ESMO) ha pubblicato le prime linee guida europee sulla diagnosi e il trattamento della fatigue.
LE NUOVE LINEE GUIDA SULLA FATIGUE
Le linee guida hanno l’obiettivo di fornire agli operatori sanitari uno strumento di buone pratiche. Queste servono ad aiutare i medici a comprendere e ad affrontare questa complessa condizione. La finalità è quindi quella di trovare delle opzioni di intervento efficaci e tempestive.
Lo studio si concentra sui diversi step che portano ad affrontare questa problematica al meglio: diagnosi, screening e terapia.
LA DIAGNOSI
La diagnosi di “fatigue da cancro” avviene quando nel paziente compaiono sintomi quali esaurimento delle energie, bisogno costante di riposare, problemi emotivi e cognitivi. Se questi sintomi persistono per un periodo di tempo prolungato e se intaccano la qualità della vita lavorativa e sociale del paziente, si diagnostica la fatigue da cancro.
Tuttavia questa condizione non è di facile diagnosi perché appare come uno stato di inadeguatezza soggettiva e fino a pochi anni fa era impossibile misurarne la gravità. Oggi viene identificata e misurata attraverso questionari convalidati a livello europeo.
LO SCREENING
Lo screening dei pazienti avviene attraverso la somministrazione di questi questionari e lo studio sottolinea quanto sia importante intervenire in una fase precoce. Il personale medico deve verificare con regolarità lo stato di affaticamento del paziente prima, durante e dopo i trattamenti. Deve valutare l’eventuale stanchezza nel quadro integrato di tutti i possibili fattori scatenanti. Le cause della spossatezza possono infatti essere ricercate anche nel quadro di eventuali problemi renali, polmonari o cardiaci, disfunzioni tiroidee, anemia, effetti collaterali dei farmaci assunti, depressione o malnutrizione.
LE TERAPIE
La miglior indicazione terapeutica per sconfiggere la fatigue è l’attività fisica. Come evidenziato anche da Jama Oncology, il movimento e l’intervento a livello psicologico sono ottimi alleati per ridurre la severità della spossatezza.
Il movimento incrementa la forza fisica e muscolare e ha dimostrato essere una vera e propria panacea contro la stanchezza. Come abbiamo già avuto modo di evidenziare, si consiglia di svolgere almeno 150 minuti di attività aerobica alla settimana. Muoversi è anche funzionale a ridurre la perdita di massa muscolare e l’indebolimento tipico di chi affronta un periodo di ridotta mobilità a causa della malattia. Le Linee Guida sottolineano come sia importante che il paziente venga informato tempestivamente sulla possibilità di incorrere in questo stato di affaticamento cronico da cancro. Può essere utile seguire da subito terapie cognitivo comportamentali, yoga, tecniche di mindfulness e rilassamento. Si è dimostrato infatti che queste tecniche aiutano a ridurre fatigue, stress e paura e migliorano la qualità della vita. Le nuove linee guida sulla fatigue concordano nell’attribuire alla combinazione di terapie psicologiche e movimento fisico una discreta efficacia e sottolineano l’inefficacia dei trattamenti farmacologici.
Se hai domande sul tuo stato di salute, contatta il tuo medico di base. Per informazioni o incazioni generiche legate ai tumori ginecologici consulta la nostra pagina dedicata alle risposte.