Il vaccino contro il papilloma virus (HVP) e l’adesione ai programmi di screening sono fondamentali per la prevenzione del tumore della cervice uterina.
In Italia questo tumore rappresenta il quinto tumore per frequenza nelle donne sotto i 50 anni di età e complessivamente l’1,3% di tutti quelli diagnosticati. Nel 2020 sono attese circa 2.400 nuove diagnosi in Italia. La dottoressa Maria Teresa Evangelista spiega: “Il fattore eziologico di questa neoplasia è rappresentato dall’infezione persistente da Papilloma virus (HPV). L’HPV è un virus che si trasmette attraverso i rapporti sessuali ed è coadiuvato nel suo processo oncogenico da noti fattori di rischio. Fra questi, si possono elencare il basso livello socio-economico (con scarso accesso alla prevenzione), il numero di partner, il fumo di sigaretta, la giovane età di inizio dell’attività sessuale, le immunodeficienze (HIV, trapianto), le infezioni vaginali (Clamidia, Gonorrea, Trichomonas)”.
La sopravvivenza è strettamente correlata allo stadio di malattia alla diagnosi, pertanto la prevenzione è di estrema importanza.

VACCINAZIONE E SCREENING PER LA PREVENZIONE DEL TUMORE DELLA CERVICE

Le due armi fondamentali per la prevenzione del tumore della cervice uterina e le lesioni pre-neoplastiche del collo dell’utero sono:

  • la prevenzione primaria rappresentanta dalla vaccinazione
  • la prevenzione secondaria rappresentata dai programmi di screening

PREVENZIONE PRIMARIA: IL VACCINO CONTRO IL PAPILLOMA VIRUS

Negli ultimi anni la scoperta più importante in questo campo è stata lo sviluppo di vaccini in grado di prevenire l’infezione dai ceppi virali di HPV più pericolosi. Attualmente è disponibile il vaccino nonavalente che garantisce protezione contro HPV 6,11,16,18,31,33,45,52,58. Questo vaccino, al pari dei due precedenti (il bivalente e il quadrivalente) si è dimostrato altamente efficace nel prevenire lo sviluppo di lesioni pre-cancerose al livello della cervice uterina, della vulva, della vagina, dell’ano e del cavo orale.

IL CALENDARIO VACCINALE ANTI HPV

Dal 2007 viene offerta la somministrazione gratuita del vaccino HVP a tutte le bambine nel dodicesimo anno d’età e, dal 2015, anche ai coetanei maschi.
La dottoressa Evangelista prosegue: “Al fine di garantire la massima efficacia della vaccinazione il target primario del programma d’immunizzazione sono le bambine nel dodicesimo anno di età. È importante infatti che il vaccino sia effettuato sulle ragazze prima dell’inizio dell’attività sessuale. Questo per due motivi fondamentali: da una parte trattiamo un soggetto che non è mai venuto a contatto con nessun virus e ha una migliore risposta immunitaria al vaccino; dall’altra, essendo ancora inserite nel contesto della scuola dell’obbligo, la comunicazione con le famiglie è facilitata e può essere estesa anche a gruppi a rischio di deprivazione sociale”.
Il vaccino può essere però somministrato anche dopo l’inizio dell’attività sessuale. La dottoressa Evangelista ricorda: “Le donne fino al 45imo anno di età possono richiedere di accedere alla vaccinazione non gratuita. Nei soggetti di età compresa tra 9 e 14 anni sono previste soltanto due dosi: una dose somministrata al mese 0 e una tra il mese 5 e il mese 13 dalla prima dose. Al di sopra dei 14 anni il programma prevede 3 dosi: una dose somministrata al mese 0, una al mese 2 e una al mese 6”.

VACCINI ANTI HPV: QUALE EFFICACIA?

E’ bene ricordare che la vaccinazione anti HPV rappresenta una strategia di prevenzione complementare rispetto allo screening: chi si vaccina deve comunque continuare a sottoporsi al pap test e HPV test! Il vaccino ha il vantaggio di intervenire in una fase più precoce, non permettendo neppure l’infezione persistente. La dottoressa Evangelista dichiara: “i vaccini anti HPV hanno dimostrato un’efficacia clinica vicina al 98% nel ridurre le lesioni precancerose del collo dell’utero causate dai tipi HPV 16 e 18, responsabili del 70% dei cancri da HPV. L’efficacia dei vaccini anti HPV non è teorica, contrariamente a quanto capita di sentir dire, ma il risultato di più di 10 anni di studi clinici, ricerca e sviluppo che hanno preceduto la sua immissione in commercio. La sicurezza della vaccinazione è stata valutata nei programmi di sviluppo clinico attraverso studi di fase III che hanno coinvolto decine di migliaia di uomini e donne.”

PREVENZIONE SECONDARIA: GLI SCREENING

A partire dagli anni ’70 lo screening con il pap test ha rappresentato il principale fattore di riduzione dell’incidenza e mortalità per neoplasia. Oggi si è potuta aumentare la sensibilità e specificità dello screening utilizzando anche l’HPV test. Questo test permette di rilevare la presenza di virus HPV ad alto rischio, riducendo la percentuale di donne con PAP test falsamente negativi.

PAP TEST E TEST HPV: COSA SONO?

Il Pap test si esegue su un piccolo campione di cellule prelevate dal collo dell’utero. Queste cellule vengono analizzate al microscopio in un laboratorio citologico per rilevare eventuali alterazioni morfologiche. Valutando l’aspetto delle cellule prelevate è possibile diagnosticare eventuali lesioni pre-neoplastiche e neoplastiche.
Anche il test HPV si esegue su un piccolo campione di cellule prelevate dal collo dell’utero. Le cellule vengono poi sottoposte ad un esame di biologia molecolare che permette di rilevare la presenza dell’HPV mediante l’individuazione del DNA virale. Questo permette di distinguere le donne positive al virus meritevoli di esami di secondo livello.

QUANDO SI ESEGUONO?

Il programma nazionale oggi prevede:
– pap-test ogni tre anni per le donne fra i 25 e i 29 anni (in caso di negatività)
– HVP test ogni 5 anni per le donne fra i 30 e i 65 anni (in caso di negatività)
La dottoressa Evangelista racconta: “Le pazienti spesso mi chiedono perché nelle donne sotto i 30 anni si sia mantenuto il pap test come test di screening. A loro rispondo spiegando che l’HPV è un’infezione a trasmissione sessuale più presente nella fascia d’età più giovane. Spesso fra le ragazze sotto i 30 anni le infezioni sono transitorie e guariscono da sole nel giro di qualche mese. Nelle donne giovani, in sintesi, abbiamo molte infezioni da HPV, ma solo poche diventeranno persistenti e quindi meritevoli di trattamento”.
Il test HVP viene eseguito ogni 5 anni perché è estremamente sensibile e sicuro: se dà un risultato negativo c’è la certezza che non vi sia una lesione pre-neoplastica o neoplastica della cervice uterina da papilloma virus.

IN CASO DI PAP TEST POSITIVO, A QUALI ACCERTAMENTI SOPPORSI?

In caso di positività del pap-test per lesione pre-neoplastica o neoplastica della cervice uterina viene suggerito alla donna di sottoporsi ad un esame di secondo livello chiamato colposcopia. Si tratta di un esame che, attraverso l’utilizzo di un apposito strumento (il colposcopio) permette la visione ingrandita della cervice uterina. Questo serve a confermare o smentire la presenza di lesioni pre-tumorali o tumorali. Durante la colposcopia si può effettuare una biopsia, cioè un prelievo di una piccola porzione di tessuto anomalo. Questo viene poi sottoposto all’analisi istologica per confermare definitivamente le caratteristiche esatte della sospetta lesione e il grado.

TUMORE DELLA CERVICE: LA PREVENZIONE È LA MIGLIOR DIFESA

L’adesione puntuale ai programmi di screening aumenta notevolmente le probabilità di individuare lesioni a uno stadio precoce e consente di trattarle con un piccolo intervento chirurgico.
L’incidenza dei tumori della cervice uterina in Italia, negli ultimi dieci anni è diminuita di quasi il 25%, proprio grazie agli effetti positivi dello screening e del trattamento precoce.
Per questo, la dottoressa Evangelista dichiara: “Prevenire il tumore della cervice uterina mediante la prevenzione primaria e secondaria è possibile. Ricordatevi di sottoporvi ai pap-test, vaccinatevi e vaccinate i vostri figli. Insieme possiamo ridurre sempre di più l’incidenza di questo terribile tumore!”.


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