L’Organizzazione mondiale della sanità ha lanciato una strategia globale per sconfiggere definitivamente il tumore della cervice uterina. L’obiettivo è quello di ridurre l’incidenza di questa patologia del 10% entro il 2030 e del 40% entro il 2050.
La strategia prevede l’azione integrata su tre fronti: vaccinazione anti papillomavirus, screening contro l’Hpv e il trattamento precoce delle lesioni pre-cancerose.
SCONFIGGERE IL TUMORE DELLA CERVICE: 194 PAESI CON UN OBIETTIVO COMUNE
L’Italia è fra i 194 paesi membri dell’OMS che si sono impegnati a eliminare questa forma di tumore. “Eliminare ogni forma di cancro poteva sembrare un sogno impossibile fino a non molto tempo fa, ma oggi abbiamo strumenti che possono trasformare quel sogno in realtà. Strumenti efficaci, basati su prove scientifiche, e sostenibili a livello a economico.”, ha affermato il direttore generale dell’OMS, il dott. Tedros Adhanom Ghebreyesus. “Possiamo sconfiggere il cancro del collo dell’utero come problema di salute pubblica solo se uniamo la potenza degli strumenti che abbiamo con la ferrea determinazione ad aumentarne l’utilizzo a livello globale”.
Ma in Italia c’è ancora tanta strada da fare. Per questo l’Aiom (Associazione italiana di oncologia medica), il presidente della Mission Board for Cancer della Commissione Europea Walter Ricciardi e alcuni rappresentanti delle Istituzioni hanno lanciato un appello per raggiungere gli obiettivi previsti. Questi sono:
– 90% delle ragazze vaccinate entro i 15 anni di età contro il papillomavirus
– 70% delle donne fra i 35 e i 45 anni con uno screening con HPV-DNA test
– 90% delle donne con lesioni pre-cancerose o cancro della cervice trattate.
L’obiettivo finale è quello di eliminare tutti i tumori causati dal papillomavirus, come proposto dall’ECCO (European Cancer Organization).
LA SITUAZIONE IN ITALIA
In Italia oggi solo il 60% delle ragazze che rientrano nel target primario del programma di immunizzazione risulta protetto contro i tumori correlati all’HPV. La percentuale è drasticamente inferiore se si prendono in considerazione i maschi, portatori del virus tanto quanto le femmine.
Solo una donna su tre ha eseguito il Pap-test o l’HPV-DNA test, aderendo ai programmi di screening delle diverse regioni.
La sopravvivenza in Italia, a 5 anni dalla diagnosi, è del 68%: c’è ancora tanta strada da fare.
IL CANCRO DELLA CERVICE SI PUO’ PREVENIRE
Il tumore della cervice è una malattia prevenibile e, se diagnosticato precocemente e trattato adeguatamente, curabile.
Ad oggi è il quarto cancro più comune fra le donne di tutto il mondo. In assenza di iniziative atte a contrastarlo il numero dei casi è destinato a salire passando dai 570.000 del 2018 ai 700.000 stimati per il 2030, mentre il numero complessivo delle morti associate a questo tumore potrebbe passare dai 310.000 ai 400.000 casi.
“L’enorme fardello della mortalità correlata al cancro della cervice uterina è una conseguenza di decenni di trascuratezza da parte della comunità sanitaria globale. Tuttavia, la sceneggiatura può essere riscritta”, afferma l’assistente del direttore generale dell’OMS, la dott.ssa Princess Nothemba (Nono) Simelela. “Gli sviluppi critici includono la disponibilità di vaccini profilattici; soluzioni a basso costo per lo screening e il trattamento delle lesioni precancerose; e nuovi approcci alla formazione chirurgica. Attraverso un impegno globale condiviso per gli obiettivi di sviluppo sostenibile e senza lasciare indietro nessuno, i paesi del mondo stanno forgiando un nuovo percorso per porre fine al cancro cervicale.”
IL TUMORE DELLA CERVICE SI SCONFIGGE PASSANDO DALLA LOTTA ALL’HPV
Il Presidente Eletto dell’Aiom Saverio Cinieri dichiara: “Da molti anni è ormai noto e dimostrato il legame tra il Papillomavirus e alcune forme di cancro. È responsabile, solo nel nostro Paese, di oltre 6.500 nuove diagnosi l’anno di tumori non solo alla cervice uterina (2.400 l’anno) ma anche dell’ano, oro-faringe, pene, vagina e vulva. Sono tutte patologie facilmente prevenibili attraverso i programmi di prevenzione primaria e secondaria, disponibili gratuitamente e attivi da molti anni su tutto il territorio nazionale: deve essere una priorità dell’intero sistema sanitario riuscire ad aumentarne l’adesione. Troppi uomini e donne sono ancora esposti al rischio evitabile di gravi malattie oncologiche. Oltre il 75% delle donne sessualmente attive si infetta nel corso della propria vita con il Papillomavirus. Non tutti questi contagi determinano un tumore, ma il rischio oncogeno aumenta, così come le possibilità di trasmettere l’agente patogeno durante i rapporti”.
Secondo i risultati di uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine, la vaccinazione contro l’HPV è in grado di prevenire il 63% dei tumori.
Come ricorda la dottoressa Evangelista in un articolo sull’importanza della prevenzione, “ricordatevi di sottoporvi ai pap-test, vaccinatevi e vaccinate i vostri figli.”
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