La laparoscopia isobarica si sta dimostrando importante nel trattamento delle pazienti obese con tumore dell’endometrio. Questo emerge dallo studio in fase due che ha coinvolto 25 donne, effettuato nel reparto di Ginecologia Oncologica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.
Il tumore dell’endometrio è la quarta causa più comune di cancro nel sesso femminile e la terza nella fascia d’età 50-69. È il tumore ginecologico più frequente nei paesi industrializzati. Si ipotizza che a favorire un aumento del rischio di sviluppo di questo tumore ci siano anche fattori ambientali e dietetici, quali una dieta ricca di grassi.
L’obesità, infatti, è responsabile di circa il 40% dei tumori dell’endometrio.

IL TRATTAMENTO CHIRURGICO DEL TUMORE DELL’ENDOMETRIO

Il principale trattamento per la terapia del tumore dell’endometrio consiste nell’asportazione dell’utero per via laparoscopica. La sopravvivenza a 5 anni pari al 77,3%. In caso di obesità il rischio che durante l’intervento sopraggiungano complicanze a carico dell’apparato respiratorio e del cuore è alto.
Per abbattere i rischi durante l’intervento in laparoscopia nelle donne obese con tumore dell’endometrio si è dato il via ad uno studio importante. A parlarcene è il dottor Antonino Ditto: “Nel nostro reparto, quello di oncologia ginecologica dell’Istituto dei Tumori di Milano, le pazienti obese vengono sottoposte ad una tecnica chirurgica laparoscopica sperimentale chiamata “isobarica”. Grazie a particolari strumenti di sospensione della parete addominale (laprotenser) è possibile intervenire riducendo in maniera significativa le complicanze”. Il dottore continua a spiegare: “La laparoscopia isobarica è un modo sicuro e semplice per creare un ampio spazio operativo intra-addominale senza lo pneumoperitoneo. Questi buoni risultati ci portano a sostenere che l’approccio laparoscopico possa essere effettuato nelle pazienti obese  quando si utilizza una tecnica isobarica”.

Attualmente, due sono le opzioni chirurgiche indicate in caso di tumore dell’endometrio:

  • laparoscopia
  • robotica

La robotica viene indicata in caso di cancro dell’endometrio in stadio iniziale.
“In realtà questo non vale per tutte le donne”, continua il dottor Ditto: “in caso di obesità generalmente oggi si indirizzano le pazienti verso la chirurgia tradizionale laparotomica, con tutti gli svantaggi che porta con sé: maggiori traumi per la parete addominale, tempi più lunghi di ripresa, un’incisione chirurgica svantaggiosa sul piano estetico.”

LAPAROSCOPIA: QUALI RISCHI PER UNA DONNA OBESA?

Il dottor Ditto afferma: “la laparoscopia è una tecnica chirurgica che prevede l’insufflazione nella cavità addominale di CO2. Questo permette una visione in dettaglio dell’area. Il pneumoperitoneo, cioè la presenza di gas nell’addome, provoca però alcune reazioni fisiologiche ben compensate in un organismo sano, ma potenzialmente pericolose in pazienti con patologie concomitanti, come per l’appunto accade di frequente in chi è obeso. Fra queste le più comuni sono un aumento della frequenza cardiaca e del ritorno venoso. Ma non è tutto: per rendere più agevole il lavoro del chirurgo la paziente è supina e leggermente inclinata verso il basso dalla parte del capo.  Questa posizione, chiamata in Trendelemburg, fa sì che nelle donne obese si crei uno spostamento del grasso verso il torace che, associato alle reazioni date dal pneumoperitoneo, provoca una forte pressione a livello dei lobi inferiori polmonari che può causare difficoltà respiratorie e rischi per il cuore”.

LA LAPAROSCOPIA ISOBARICA: UN AIUTO CONCRETO NEL TRATTAMENTO DELLE PAZIENTI OBESE

La tecnica chirurgica laparoscopica isobarica dunque apre la possibilità di offrire l’intervento in laparoscopia anche alle donne obese o fortemente obese, con una diagnosi di carcinoma dell’endometrio. Il dottor Ditto spiega: “vengono introdotti ai lati dell’addome, nel sottocute, degli aghi particolari che permettono di sollevare l’adipe senza traumatizzare i tessuti. Si ottiene così lo spazio di manovra chirurgica senza la necessità di CO2, oppure introducendone una minima quantità, non pericolosa per la paziente”.
Lo studio portato avanti in reparto è in fase 2 e coinvolge le donne con un BMI superiore a 35 (obese e grandi obese) e sta portando degli ottimi risultati. “Noi crediamo che in caso di pazienti obese, la tecnica chirurgica laparoscopica isobarica potrebbe essere più indicata e sicura. Gli studi pregressi nell’ambito della chirurgia ginecologica non hanno evidenziato, rispetto alla laparoscopia con utilizzo di gas, differenze significative in termini di complicanze, morbilità e risultato estetico”.

IL PERCORSO TERAPEUTICO DELL’ISTITUTO NAZIONALE DEI TUMORI DEDICATO ALLE PAZIENTI OBESE

Secondo i recenti dati AIOM (Associazione Italiana Oncologia Medica) l’obesità è responsabile di quattro tumori dell’endometrio su dieci. Il rischio di sviluppare questa malattia per le donne obese e fortemente obese è cinque volte superiore rispetto al rischio per le donne normopeso.
Afferma il dottor Ditto: “L’obiettivo nel nostro Istituto è quello di creare un percorso virtuoso dedicato alle donne obese che preveda l’istituzione di un Centro di chirurgia bariatrica onco-ginecologica, primo nel suo genere in Italia. L’obiettivo è affrontare la malattia oncologica con una riduzione significativa delle complicanze legate al peso eccessivo. Oggi sappiamo che le comorbilità, pressoché inevitabili nelle donne obese, rendono più complesso il post operatorio specialmente nel caso di intervento tradizionale, con problemi a carico del microcircolo, e di rallentamento nella cicatrizzazione, per citare solo due tra le complicanze più comuni”.


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