terapia barca a vela

Vita d’aMare è un’iniziativa di velaterapia (terapia di gruppo in barca a vela) destinata a donne operate di tumore. Il progetto è nato dalla collaborazione tra il dottor Francesco Raspagliesi, l’Associazione AMI – Assistenza Mare Italia e Cristiana Monina, velista professionista.
Il desiderio era quello di offrire alle pazienti che hanno concluso la terapia oncologica un’esperienza di vita che unisse al viaggio per mare un supporto psicologico. La terapia di gruppo è un valido strumento di riappropriazione della propria vita per le donne che escono dal percorso di cura.
Il progetto, pionieristico e innovativo, si è svolto fra il 2005 e il 2006 e ha permesso a undici donne di vivere una straordinaria esperienza di condivisione e guarigione.

TORNARE ALLA VITA DOPO LA MALATTIA

Alla fine del percorso di cura le pazienti si sentono spesso molto sole. La loro quotidianità smette di essere scandita dalle necessità pratiche imposte dalle terapie e dal supporto del medico curante.
In genere in questo periodo sono frequenti crisi di ansia e depressione legate alla paura della malattia che, pur attenuandosi col passare del tempo, difficilmente scomparirà completamente. La Sindrome della spada di Damocle è quella che meglio descrive i vissuti psicologici delle persone ammalate di cancro. Spesso infatti, anche quando la donna è stata curata con successo, la paura del cancro rimane. I controlli clinici e strumentali periodici possono alimentare la convinzione che il cancro sia inguaribile e che la propria vita sia continuamente minacciata.
Malgrado queste difficoltà psicologiche ed emotive i pazienti oncologici spesso fanno fatica a rivolgersi ad un terapeuta. L’atteggiamento comune vede una tendenza a volersi rifiutare di considerare sè stessi ulteriormente “malati”, sebbene in un’area del tutto differente.

LA TERAPIA IN BARCA A VELA

Le crociere hanno avuto l’obiettivo di avvolgere le partecipanti in un clima vacanziero da condividere con un gruppo di donne che avevano vissuto le stesse esperienze. L’immersione in una situazione insolita ha permesso alle partecipanti di reinventarsi e di riappropriarsi della loro progettualità. Le crociere di terapia in barca a vela, della durata di cinque giorni, si sono trasformate in una vera e propria terapia di gruppo in grado di fornire supporto psicologico alle donne.
Ciascun equipaggio era costituito da quattro pazienti, la skipper Cristiana Monina e da Massimiliano Percio, esperto tecnico della relazione. L’equipaggio ha veleggiato cinque giorni fra le isole dell’arcipelago pontino in un viaggio alla scoperta di sé.

LA TERAPIA DI GRUPPO IN ONCOLOGIA

L’importanza del gruppo terapeutico o psicoterapeutico in oncologia è basata su alcuni elementi specifici.
Il gruppo (psico)terapeutico infatti:

  • è risultato più efficiente a parità di efficacia clinica rispetto a interventi individuali
  • migliora le abilità di reazione alla malattia attraverso la verifica delle modalità in cui reagiscono i diversi membri del gruppo
  • propone come elemento centrale il significato delle relazioni interpersonali, forza motrice del gruppo
  • rappresenta il contesto privilegiato di condivisione e analisi di difficoltà comuni, favorendo un senso di supporto e di universalità che allevia la sofferenza di sentirsi soli e isolati con i propri problemi
  • contrasta i sentimenti di impotenza e inutilità mediante il sostegno reciproco tra i membri.

FRA MARE E VENTO

Il mare regala sempre forti emozioni e la vita in barca è un’esperienza straordinaria di condivisione e solidarietà. Il mare simboleggia anche l’ignoto: impugnare il timone di una barca e ammainare le vele diventa la rappresentazione della sfida e della capacità di gestire le paure indotte dal cancro.
Per le croceriste il fatto di occupare la mente in attività positive ha fatto in modo che emergessero nuove personali potenzialità. Il nucleo centrale dell’esperienza è stato però la condivisione. Condividere l’esperienza vissuta dall’altro infatti può aiutare a vedere la propria condizione sotto una luce differente. Conoscere altri stili di vita e imparare ad affrontare insieme i nuovi ostacoli ha stimolato nelle donne la voglia di fare e di riappropriarsi della propria vita.
Lo psicoterapeuta presente a bordo ha reso questa esperienza una vera e propria terapia. Il viaggio è stato simbolo della ricerca di un approdo sicuro dentro di sé, un punto di partenza da cui ricominciare a costruire progetti e sogni: un aiuto nell’affrontare la quotidianità.

RISULTATI

Il progetto di terapia in barca a vela si è dimostrato estremamente piacevole e fecondo per le donne che hanno partecipato alla crociera: tutte hanno partecipato con naturalezza al dialogo con le altre  compagne senza alcuna inibizione e con grande immediatezza. Le pazienti hanno affermato di aver vissuto un’esperienza positiva ed emotivamente utile.


Oggi come allora all’Istituto dei tumori le pazienti possono accedere a trattamenti complementari che aiutano ad affrontare l’esperienza della malattia mantenendo un migliore benessere psicofisico. Scopri quali sulla pagina dedicata alle terapie integrate.