Prurito e bruciore nelle parti intime sono i sintomi più immediatamente associabili al Lichen scleroso-vulvare.
Il Lichen Sclero-atrofico è una dermatosi cutaneo-mucosa caratterizzata da modificazioni croniche del trofismo dell’epitelio e del connettivo sottostante. Secondo alcuni studi sarebbe una malattia infiammatoria cronica che porta a sclerosi, atrofia e ulcerazione dei tessuti coinvolti con esiti cicatriziali invalidanti. Questo processo potrebbe perfino avere un’origine psico-somatica.
Si tratta di una patologia che colpisce soprattutto le donne in peri- e post-menopausa, ma non risparmia ragazze e bambine.

SINTOMI E QUADRO CLINICO DEL LICHEN SCLEROSO-VULVARE

I sintomi del Lichen scleroso-vulvare cambiano rispetto al grado di avanzamento della malattia.
Il disturbo prevalente è il prurito persistente; seguono il bruciore, il dolore spontaneo, la dispareunia (rapporti sessuali dolorosi o impossibili), la disuria (difficoltà alla minzione) e la secchezza cutaneo-mucosa con ragadi recidivanti. Nella prima fase generalmente compaiono macule infiammate che poi diventano atrofiche e causano perdita dell’elasticità dei tessuti coinvolti.
Nella donna coinvolge il clitoride, le piccole e le grandi labbra, la forchetta; negli uomini si manifesta sulla cute prepuziale.
Nelle fasi avanzate la vulva cambia morfologia: cute e mucose si assottigliano e assumono un colorito bianco avorio (a volte a chiazze che mimano la vitiligo);  le piccole labbra possono atrofizzarsi fino alla totale fusione, incappucciando e comprendo il clitoride. Il vestibolo può divenire rigido e sclerotico riducendo l’introito vaginale: ciò provoca difficoltà od impossibilità a rapporti sessuali per l’intenso dolore provocato (dispareunia). I tessuti sottili e sclerotizzati tendono facilmente a fissurizzarsi (ulcerarsi), causando dolore e bruciore invalidante.

LE CAUSE DELLA PATOLOGIA

Le cause dell’insorgenza del Lichen scleroso-vulvare sono ancora poco conosciute. Sembrerebbe esserci una correlazione con lo stato ormonale e con una iperattività del sistema immunitario.
Si tratta di una patologia cronica molto comune: è rilevata infatti nel 2-7% della popolazione femminile.
Essendo una malattia ad andamento cronico-recidivante chi ne è portatore può manifestare il Lichen in maniera costante oppure la patologia può presentarsi a pussee.
Da alcune ricerche emerge una familiarità nella trasmissione di questa patologia, anche se ancora non è stato individuato il gene che porterebbe all’insorgenza della malattia.

LICHEN E TUMORE DELLA VULVA

Nel 6% circa dei casi gravi e non curati le aree cutanee interessate possono evolvere in un tumore vulvare maligno. Per evitare che questo succeda è fondamentale che la donna si sottoponga a periodiche visite ginecologiche che possono garantire una diagnosi precoce.

LICHEN: COME CURARSI?

Dopo la visita ginecologica, in caso di diagnosi di Lichen scleroso-vulvare si procede con la vulvoscopia. La vulvoscopia è un esame approfondito non invasivo che permette tramite un microscopio (colposcopio) una visione ingrandita e approfondita delle aree vulvari.
Lo scopo è valutare nel tempo l’evoluzione della malattia per evidenziare eventuali lesioni pre-tumorali ed eseguire biopsie mirate di aree sospette.
Le donne vengono visitate periodicamente per seguire lo sviluppo della patologia.
La cura prevede :

  • una terapia locale a base di creme al cortisone, allo scopo di ridurre i sintomi nella fase più acuta di infiammazione locale. Le applicazioni vengono effettuate per un tempo limitato (solitamente max 10 gg/mese) per evitare l’effetto “assottigliante” sulla cute dello stesso cortisone
  • una terapia cronica eutrofizzante ed emolliente : creme o gel a base di Vitamina E (ad azione elasticizzante, antiossidante ed antiinfiammatoria), acido ialuronico o Ozono.
  • una dieta prevalentemente vegetariana sembra avere impatto sulla sintomatologia acuta riducendo e dilazionando gli “attacchi”
  • rigenerazione dei tessuti genitali, con l’obiettivo di ridurre l’infiammazione acuta riportando i tessuti ad una condizione ideale per restituire alle donne la possibilità di vivere una normale vita sessuale.

La rigenerazione utilizza prodotti cellulari/tessuti autologhi della paziente derivati dal tessuto adiposo (cellule staminali mesenchimali) o il PRP (concentrato di piastrine derivato dal sangue della paziente, ricco di fattori di crescita per il connettivo), che vengono iniettati nelle zone da rigenerare, o la laserterapia “Touch” che provoca uno stimolo fisico alla riepitelizzazione della vulva.
I risultati di tali tecniche sono soggettivi e di durata variabile.


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