virus e batteri all'origine dei tumori

Sono circa 2,2 milioni, le persone che nel 2018 hanno potuto attribuire lo scatenarsi di una sindrome tumorale all’insorgenza di un’infezione originata da virus e batteri.

I TUMORI DI ORIGINE INFETTIVA

I ricercatori dell’IARC -Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, confermano attraverso lo studio pubblicato sulla rivista The Lancet Global Healt, che si tratterebbe di una media generale di 25 casi ogni 100.000 persone e che circa il 90% di tutti questi tumori è causato da soli quattro agenti patogeni, quattro microbi che causano la stragrande maggioranza dei tumori di origine infettiva.

Nel 1800, si credeva che i tumori potessero essere trasmessi alla stregua di una malattia contagiosa spiegando con la teoria del contagio la possibilità che all’interno della stessa famiglia più persone potessero ammalarsi della stessa patologia, ma oggi sappiamo bene che dipende semmai da una predisposizione ereditaria così come siamo certi che esiste un legame tra alcune malattie infettive e il cancro, poiché alcuni agenti infettivi scatenano, all’interno della cellula, mutamenti che facilitano la trasformazione cancerosa.

VIRUS E BATTERI ALL’ORIGINE DEI TUMORI

Indipendentemente dal tipo, un tumore è sempre causato da una mutazione che si verifica nei nostri geni. Tra le possibili cause, vi sono alcuni batterivirus cancerogeni certi per l’uomo che danno luogo a infezioni persistenti e che solitamente si sviluppano in tempi molto lunghi, anche 20-30 anni dopo l’infezione.

È importante sottolineare che non tutte le persone che si infettano sviluppano un tumore, ma queste infezioni rappresentano un importante fattore di rischio da non trascurare: innanzitutto generano uno stato di infiammazione cronica in cui vengono prodotte molecole che possono pregiudicare la stabilità dei geni nelle cellule del tessuto, in secondo luogo creano nell’area infiammata un microambiente in cui la cellula cancerosa riesce a moltiplicarsi facilmente e a evitare di essere attaccata dal sistema immunitario.

QUALI VIRUS SONO CANCEROGENI?

IARC ha classificato ben undici microrganismi come cancerogeni di tipo 1 (agenti, cioè, sicuramente cancerogeni)

  • il virus di Epstein-Barr (EBV).
  • i virus dell’epatite B e C (HBV, HCV), responsabili di epatite cronica che può degenerare in carcinoma epatocellulare;
  • l’herpes virus HHV8, associato al sarcoma di Kaposi;
  • il virus dell’immunodeficienza umana di tipo 1 (HIV-1).
  • il papilloma virus (HPV), responsabile del cancro della cervice uterina e associato a numerosi altri tumori genitali e delle mucose orali;
  • il virus della leucemia a cellule T di tipo 1(HTLV-1).
  • l’Helicobacter pylori, che è associato a numerosi casi di carcinoma gastrico;
  • i parassiti Clonorchis sinensis, Opistorchis viverrini, associati al colangiocarcinoma;
  • lo Schisosoma haematobium, correlato al tumore della vescica.

Limitandosi ai quattro patogeni più diffusi: Helicobacter pylori (responsabile di 8,7 casi di tumore ogni 100.000 persone), papillomavirus umano (8 casi per 100.000), virus dell’epatite B (4,1 casi per 100.000) e  virus dell’epatite C (1,7 casi per 100.000 persone), esistono diverse opportunità per fare prevenzione come ad esempio la vaccinazione per Hbv e Hpv e le diagnosi precoci come nel caso delle infezioni da Hpv a livello del collo dell’utero. Molte di queste risultano poi curabili ed addirittura prossime all’estinzione in molti Paesi come nel caso di quelle provocate dall’Helicobacter pylori e dall’Hcv.

LE DIFFERENZE NEL MONDO

Ancora una volta però queste soluzioni non sono omogenee. In molti Paesi  il servizio sanitario e i servizi igienico-sanitari risultano adeguati per augurarci l’estirpazione della malattia in tempi brevi. Altrove, invece, il rischio che il batterio sia in grado di resistere continua a essere ancora piuttosto diffuso. Tendenzialmente, ancora oggi, meno sono le risorse economiche di un Paese (tali da non consentire alla popolazioni vaccinazioni e screening preventivi) e maggiori sono le probabilità di incombere in queste malattie.


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